domenica 20 settembre 2009

SHINYSTAT #5


(per le prime quattro puntate, vi rimando al blog antico)


Sul suddetto blog capita tuttora, per caso, un sacco di gente; su questo invece arrivano sempre in pochi. Colpa mia, che di cazzate ne penso un sacco al giorno ma non ne scrivo abbastanza.
Vorrei quindi dichiarare al mondo "RICETTA FRIGGITELLI", che furoreggia, in qualche variante, in circa tre quarti delle chiavi di ricerca con cui gli internettanti piombano su ibsdB versione splinder. Vediamo se li dirotto. In ogni caso, sappiate che la ricetta sta là e non qua.
Parliamo quindi di Shinystat, che riserva sempre un sacco di sorprese e che è molto utile quando una non sa che cazzo scrivere ma è domenica, fa brutto tempo, non ha voglia di fare i lavori di casa e deve aumentare il numero dei propri post.
Mi cercano per sapere "coe si fa' a montare la panna fresca nel roboot", e purtroppo non per "coe si fa' a scrivere in italianoo": ecco, tagliare accenti, aggiungere consonanti e rimuovere vocali non aiuta in cucina ma può comunque servire. Mi cercano per informazioni su "henne tintura inguine", e dal fatto che io mi stupisca si evince che sono davvero molto tradizionalista. Mi cercano per "affinità tricologiche", quindi dovrò prima o poi parlare di Branduardi. Mi cercano per "betta artusi", che credo sia un riconoscimento alla mia cucina. Mi cercano, modestamente, perché "betta splende", come se non lo sapessi. Mi cercano anche per "coperchio betta", lasciandomi un tantino perplessa. Mi cercano infine per "betta è scemo?", instillandomi a questo punto anche dubbi sulla mia identità sessuale.
Ma il mio preferito arriva qui breve, succinto e compendioso, come si diceva ai miei tempi dei riassunti fatti bene (a me non lo dicevano mai, forse perché riuscivo a farli più lunghi del testo da riassumere).
Lui digita una parola sola, perché una parola basta, quando si è poeti, a descrivere il tutto.
"Cacca".

venerdì 18 settembre 2009

SORPRESA!


Prima di tutto, la parte seria, che è questa. Mentre ci siete, leggetevi tutto il blog della Spora, che è una donna fichissima quale io non sarò mai (anche perché io casco dai tacchi di due centimetri, altro che dodici) e che fa schiantàddallerisate, come si direbbe nella mia terra natia.
Insomma, fanciulle di tutte le età che transitate sul mio blog scemo, la Spora ve lo dice meglio di me, ma ve lo ripeto: vedete di volervi bene e fatevi il pap test regolarmente, così magari vi salvate la pellaccia, avendone una sola.
Io sul blog della Spora ci sono finita un anno e mezzo fa, cercando in giro per internet notizie su qualcosa di non proprio regolare spuntato fuori dal mio pap test. Devo dire che senza di lei avrei preso tutto molto più catastroficamente. Invece mi sono presa sul serio con leggerezza, e via di controlli, visite, cure. L'allarme va e viene ma per ora non diventa rosso e questa è una cosa buona.
Sei mesi fa, in fase di allarme rosa carico ma calante, sul referto mi scrissero "ripetizione del pap test a sei mesi". Me lo SCRISSERO, va bene? Verba volant e scripta manent, insomma, io mi fido, lo scrive la dottoressa, dev'essere vero.
E quindi sei mesi dopo, ovvero stamattina, mi reco, tutta giuliva, a fare la "ripetizione del pap test a sei mesi". Oddio, giuliva un accidente, perché per evidenti motivi tecnici sono andata con il mio vestito indiano preferito (quello del matrimonio, cinque euri da Auchan: io sì che sarei una donna da sposare, se non ci avessero per l'appunto già pensato) anziché in pantaloni. E stamattina alle 8.15 la Città del Sole era coperta di nuvoloni e spazzata dal vento, e insomma faceva un freddo suino, nel mio bell'abitino svolazzante.
Dicevo: sei mesi dopo, ovvero stamattina, mi reco, abbaiando dal freddo, a fare la "ripetizione del pap test a sei mesi". Due dottoresse cordiali mi portano nell'ambulatorio, dove impiegano mezz'ora per far funzionare bene il programma che gestisce le schede dei pazienti, mentre io annuisco comprensiva, ché quando succede a me c'ho il cliente incazzoso che urla nelle orecchie, mica una signora di mezz'età d'arancio vestita e tutta sorridente perché ignara del suo destino e convinta di dover subire solo una grattugiata uterina, tutto sommato indolore.
Il programma infine funziona, evviva. Una delle due dottoresse - la stessa che si stupisce della presenza di una toscana in Sardegna, facciamo sempre notizia io e la mia bella c aspirata, oh yeah - scartabella tutti i fogli che mi sono portata dietro e fa, lei sì, tutta giuliva: "ma facciamo anche la colposcopia", e io, diventando verdognola, "carramba che sorpresa, grazie!"; e lo so che se la dottoressa riteneva di fare un esame in più quell'esame andava fatto, ma io non ero pronta psicologicamente, che diamine. Ci vuole un po' di autoipnosi prima di farsi fare certa roba.
Per farla breve e risparmiarvi i dettagli truculenti, sono uscita con la sensazione, che persiste tuttora, di essermi accoppiata con un elefante.
Superdotato.
E per niente romantico.

sabato 12 settembre 2009

DE GUSTIBUS


Forse non lo sapete, ma la vostra discontinua e tuttavia devota bloggatrice ha finalmente cominciato a prendere lezioni di chitarra, dopo averci pensato su per un ventinaio d'anni. Il livello è principiantissimo, ma c'è di buono che posso solo migliorare.

Un paio di giorni fa mi esercitavo dunque con fatica su un giro di blues che prima o poi riuscirò a suonare tutto intero senza incastrarmi le dita nelle corde. Mi trovavo davanti al balcone, con la porta-finestra aperta, e a un certo punto i dirimpettai (vedere post dell'8 aprile u.s.) hanno sparato a tutto volume della musica napoletana sceneggiata-style (perdonatemi, ma non sono abbastanza competente per stabilire se si trattasse del buon vecchio Mario Merola in persona o di un emulo).
Ne ho dedotto che volessero dirmi qualcosa.
In questo momento, tuttavia, in casa stanno suonando il mio Maestro e mio Marito (li metto maiuscoli Tutti e Due, così non si offendono), e fanno musica medievale, mica pettinano le bambole. Ma i dirimpettai stanno di nuovo ascoltando la roba suddetta.
Forse, anziché volermi dire qualcosa, è proprio il loro genere preferito.
Non so quale ipotesi mi faccia rabbrividire di più.