sabato 6 febbraio 2010

GO, SISTERS!


Alla fine è tutto abbastanza rapido; il dottore si diverte a rendermi partecipe dei dettagli truculenti ("sente? questo è il laser!" "BEEEEEEEEEEEP!" "sente? questa è la macchina che aspira il fumo! "WOOOOOOOOOOOSH!") e soprattutto mi lascia a interrogarmi sul significato del "mi serve più lungo" ripetuto per ben due volte mentre traffica tra le mie gambe. Se fossi un maschio sarebbero soddisfazioni, ma essendo femmina (anche perché se non lo fossi non mi troverei lì) mi faccio qualche domanda.
Il dottore è un fermo sostenitore della teoria Nuvenia Pockets e mi dice che dal giorno successivo posso continuare a fare qualsiasi attività fisica che facessi prima: andare in bicicletta, andare in piscina, andare a cavallo… aspetto che aggiunga il paracadutismo ma se ne dimentica. Gli spiego che la mia attività fisica più estrema consiste nel guidare lo scooter e fingo di credergli. Lui è un dottore e sa cosa dice, ma sono io la proprietaria della povera cosa strapazzata sulla quale devo sedermi.
Il giorno dopo mi sento ancora come dopo una notte di fuoco con l'abominevole uomo delle nevi, e quindi necessito di un certificato di malattia per il lavoro, visto che gli operatori di call center non hanno a disposizione un triclinio ma solo delle sedie su cui non credo di potermi trovare a mio agio. Vado quindi dalla mia dottoressa per strapparle due giorni di riposo. 
La sala d'attesa è pienissima; passo il tempo giocando sull'iPod perché leggere mi impedisce di origliare le conversazioni altrui.
Il signore ha accento del nord, atteggiamento da conferenziere e toni scandalizzati. Ha in mano un giornaletto di annunci gratuiti e decide di esporre le sue lamentele alla platea, senza porsi il dubbio se la stessa possa essere interessata, e altresì - sconsiderato - senza valutare il rischio.   
"Insomma, io sono qui per lavoro, e devo cercare un appartamento in affitto, e guardate qua: nell'ottanta per cento degli annunci devo leggere persone che vogliono affittare appartamenti a studentesse! Capito? Non a studenti in generale! Viene specificato il sesso! Stu-den-TES-SE! Come se da qualche parte fosse scritto che gli uomini sono più sporchi delle donne! Io sono un uomo e sono ordinatissimo! In quanto maschio cinquantaduenne mi sento discriminato! Sono vittima di un pregiudizio!"
Viene massacrato dalla platea, composta di anziane signore cagliaritane, a suon di "era ora che vi sentiste discriminati voi, per una volta!", "non avete mai fatto niente, avete sempre fatto pulire a noi, certo che siamo più ordinate!" e rivendicazioni femministe della stessa portata, il tutto urlato (come solo le vere signore cagliaritane sanno fare).
Il malcapitato si ritira nel suo angolino e s'immerge a testa bassa nel giornaletto senza più azzardarsi a proferire parola.
Ma le signore non perdonano. Una di loro lascia lievitare l'attesa al punto giusto e poi, con tono di sfida (come solo le vere signore cagliaritane sanno fare), lo guarda e fa: "allora, l'ha trovato l'appartamento? Sa, visto che se ne stava zitto…"
Una ziodda, un mito.