giovedì 28 luglio 2016

DI POKÉMON, SPOCCHIA E ALTRE COSE




Allora, siccome mi dispiace avere abbandonato questo blog, oggi mi rimetto a scrivere sperando di riuscire a essere più costante, e vi offro un piattino di cavoli miei, giusto perché ho le scatole rotanti. In fondo c’è la versione breve per chi non ne ha voglia.

Indicativamente tra il 2008 e il 2013 (chi mi conosce lo sa) ho passato quello che per usare un eufemismo chiamerei “periodo di cacca”. Non starò qui a elencarvi i dettagli, ma tra un problemino di salute che non era proprio -ino (tanto che lo tengo ancora d’occhio), la caduta a picco del mio ambiente lavorativo e un lutto da elaborare, non ero propriamente serena.
Fermi lì, non voglio farvi preoccupare: chi mi conosce sa già che oggi sono felice, chi non lo sapeva l’ha appena saputo, quindi grazie per il pensiero ma tranquilli, va tutto bene.
Quello che mi interessava raccontarvi è che in quei lunghi giorni e ancora più lunghe notti io sono riuscita a staccare la testa e a trovare un angolo di pace grazie a un videogioco, con il quale tra l'altro gioco ancora quasi tutti i giorni dopo tutti questi anni. Quel gioco era il mio momento di fuga, un attimo di respiro, un pezzetto di finzione in cui tutto era bello. Poi smettevo di giocare e tornavo a una realtà abbastanza buia, ma intanto avevo preso fiato.
Non sono guarita grazie a un videogioco: i videogiochi non salvano la vita. Sono guarita perché ho cambiato lavoro, perché ho adottato due gatte e perché le persone che mi vogliono bene non mi hanno lasciata mai sola. Ma un videogioco riusciva a farmi stare meglio per un po', quando stare meglio mi sembrava impossibile.
Vi racconto queste cose perché ho le palle ampiamente sfrangiate da tutti gli snob che pontificano sulla stupidità dei videogiochi e su come qualsiasi altra attività che piace a loro sia superiore e li renda superiori. Vi racconto queste cose perché mi piacerebbe che pensaste che, dietro a ogni vostro spocchioso giudizio buttato là con indifferenza, c’è una persona di cui non immaginate nulla; e se quella persona riesce a poggiare il proprio fardello per un attimo e a sentirsi il cuore meno pesante perché passa un po’ di tempo giocando, allora quella persona ha ragione e voi non avete capito nulla.

Ora scusate ma esco a cercare dei Pokémon.

TL;DR: smettetela di spaccare le palle a chi gioca a Pokémon Go e fatevi i cazzi vostri.

PS importante che non c’entra coi Pokemon ma con il problemino: ragazze (di tutte le età), per favore, fatevi il pap test regolarmente, ché magari vi salvate la vita. Ragazzi (di tutte le età), convincete le ragazze a cui volete bene a farsi il pap test, ché magari salvate loro la vita.
Letture consigliate: sempre lei :)

mercoledì 20 aprile 2016

60


Mai lasciare un uomo* solo davanti a una lavatrice.
Non solo la farà partire a 60° quando gli hai appena detto di scegliere il lavaggio a 35°.
Cercherà anche di convincerti, sprezzante delle leggi della fisica.
"Ma è 60 gradi tiepido!"

*(se fosse stato il mio, non sarei stata qua a scriverne con tanta calma: ma era un marito altrui alla lavanderia a gettone)