martedì 29 dicembre 2009

DELINQUENZA


Passato il Natale (finalmente). Stesso
ipersupergigamercato del post precedente (quel posto lo devo evitare, è nocivo).
Nel mio carrello, mentre faccio la spesa, porto a spasso uno dei meravigliosi regali ricevuti dal maritino: il casco di Hello Kitty, rosa fiammante.
Lei si avvicina con fare sospetto.
Allunga le mani nel mio carrello.
Tenta di sottrarmi il casco.
Viene fermata appena in tempo (per lei: stavo per staccarle le mani con un colpo netto).
Quando subisci un tentativo di rapina da parte di una quattrenne, ti rendi davvero conto che il mondo è un posto pericoloso.


sabato 12 dicembre 2009

PAURA


Prima metà di dicembre, mattina. Entro in un ipersupergigamercato di cui non faccio il nome, che inizia con "O" e finisce con "sciàn", uno di quei posti che odio ma che talvolta frequento perché si risparmia e perché hanno, come accessori, negozi indispensabili tipo quelli di videogiochi dove si comprano i pupazzi dei Rabbids.
L'ipersupergigamercato è affollato ma non più di tanto: il peggio del delirio natalizio deve ancora arrivare. Compro un paio di pupazzetti. Incontro e saluto un collega, anche simpatico. Incontro e saluto un ex collega, anche bono. Passeggio tra la folla. L'atmosfera è rumorosa ma serena.
E' in quel momento che il Male fa il suo ingresso nell'ipersupergigamercato.
Un nanetto dell'età approssimativa di due anni sfugge dalla stretta dei genitori.
Corre verso la pacifica signora grassa, che aveva appena pensato "oh, che atmosfera rumorosa ma serena".
Le si arresta davanti, i piedini di lui che sfiorano i piedoni di lei.
Alza la testa.
Stringe i pugnetti.
Apre la bocca.
Il grido che ne esce è raggelante e impossibile da riprodurre con i caratteri dell'alfabeto terrestre, ma io ci provo lo stesso.
Fa, circa, così.
"YYYYYYYYYYYYYYYAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!!!!!"
La pacifica signora grassa lo guarda e gli risponde "buongiorno anche a te".
E in quel momento capisce che non avrà mai, mai più bisogno di nessun altro anticoncezionale.

venerdì 9 ottobre 2009

BETTA CUCINA [per gli stomachi deboli (cit.*)]: LINGUINE ALLA CREMA DI PEPERONI DIGERIBILE


[*se non mi riconoscete la cit., studiate il buon vecchio zio Pellegrino Artusi bufo (se mi riconoscete quest'altra cit. però vi bacio), per gli amici Pelly, e poi tornate]

Il signor Annuncigùgol ha finalmente capito che qui sopra si parla anche di cibo. E' vero: su due annunci, uno pubblicizza un libro di ricette con i salumi; ma non è che il povero signor Annuncigùgol possa sapere anche che io sono vegetariana. E poi la pubblicità è per voialtri, mica per me.
A proposito di cibo: o voialtri, ma voi li digerite serenamente i peperoni? No, perché il mio stomaco a volte fa cose strane, tipo non digerire i pomodori crudi (solo se in numero superiore a 3,14159; in modica quantità non ho problemi), ma in compenso manda giù i peperoni, e in generale i cibi dalla densità pari a quella di una stella di neutroni, come fossero acqua fresca. E voialtri no, tiè.
Ma siccome sono una fanciulla di buon cuore, e siccome il marito mi rischia la morte ogni volta che peperoneggio in cucina, per lui ho inventato la seguente ricetta, che vado testé a condividere con tutti i vostri stomachi che non digeriscono le pietre.

Rosolate dunque un soffritto di cemento… no, scusate, stavo copiando dal quaderno di ricette personali, prendo quello aperto al pubblico.
(No, non è vero: vorrei essere così antica da avere un quaderno di ricette, ma non ho mai avuto la pazienza di scriverlo. Però avevo un utilissimo quaderno di consigli e rimedi domestici per tutte le occasioni, tipo se ti si sporca lo scafandro di resina di pino o se devi far tornare pulita quella pentola in cui ti s'è bruciato il decotto di mercurio.)
Vado allora (a memoria) a raccontarvi la ricetta, prima di dimenticarmela.
Vi servono due peperoni, uno giallo e uno rosso, per motivi puramente cromatici, ovvero che alla fine la cremina con cui condirete le vostre linguine sarà più graziosa; potete farla anche con peperoni solo rossi o solo gialli, anche se vi cambierà un pochino il sapore, ma mentre la crema di soli peperoni rossi me la immagino di un bel rosa carico, quella di soli peperoni gialli me la immagino di un giallino triste. Evitate in ogni caso i peperoni verdi perché il colore ne patirebbe e il sapore pure.
Tagliate i peperoni a strisce, a pezzi irregolari, a tessera di puzzle, a dodecagoni, insomma come il vostro gusto vi suggerisce, tanto poi li dovrete frullare quindi ogni operazione artistica finirà sprecata. Metteteli in una teglia con un foglio di alluminio o di carta da forno sotto, visto che non dovete aggiungere olio e non volete passare mezza giornata a scrostare la teglia. Mettete in teglia anche uno spicchio d'aglio di dimensioni superiori a quelle che potrebbe sopportare un vampiro (regola da tenere peraltro SEMPRE valida quando si usa l'aglio), senza sbucciarlo. Fidatevi di me: non vi farò mangiare la buccia, alla fine. Infornate il tutto per un po' a un po' di gradi. Come sempre, dipende dall'efficienza del vostro forno; io l'ho messo a 150° e ho cotto tutto per circa mezz'ora, voi fate voi. L'importante è che alla fine otteniate due risultati: il primo è che i peperoni siano morbidi, il secondo è che la buccia sia bruciacchiata (per cui vi consiglio una rosolata finale sotto il grill), perché dovrete far raffreddare i peperoni quel poco che basta a non ustionarvi e toglierla. Tutta tuttissima: mi dicono infatti che voi umani, quando sognate i draghi perché avete mangiato peperoni a cena, lo fate grazie alla buccia dei peperoni di cui vi siete strafogati qualche ora prima. Sbucciate anche il vostro maxispicchio d'aglio (visto?), che sarà diventato morbido, profumato e assai più innocuo di uno spicchio d'aglio crudo. Mettete nel mixer peperoni, aglio, sale e pepe qubbì, accendete e lasciate andare. Fatevi un giro per casa, limatevi le unghie, fate una partita al vostro videogioco preferito, appisolatevi, insomma, lasciate che il mixer mixi parecchio, ché vi serve una bella cremina liscia. Ottenutala, scaldate un po' d'olio in padella, aggiungete la crema di peperoni, un pizzico di paprika (poca: non dovrete eruttare fuoco dopo pranzo) e un po' di latte, finché il colore non vi aggrada. L'idea originale prevede panna fresca, e non sarò certo io a portarvi sulla cattiva strada della cucina làit (si pronuncia "light"): ma il latte è molto più digeribile della panna. Inoltre, dovrete lasciar asciugare un po' la crema sul fuoco, e vedrete che la differenza di sapore sarà minima. Ricordatevi che lo faccio per voi, io a colazione mangio pterodattili (di soia, però; ve l'ho detto, sono vegetariana).
Ottenuta dunque una cremina rosarosa e leggererrima, aggiungete una spolverata di prezzemolo tritato e fatevi saltare le linguine che avrete nel frattempo cotto al dente. Se non le avete nel frattempo cotte al dente, fatelo ora, non è che la crema scappi.
Gustate pensando che il vostro stomaco vi vorrà più bene e preparatevi, perché la prossima volta i peperoni ve li faccio fare ripieni e son cavolacci vostri.

domenica 20 settembre 2009

SHINYSTAT #5


(per le prime quattro puntate, vi rimando al blog antico)


Sul suddetto blog capita tuttora, per caso, un sacco di gente; su questo invece arrivano sempre in pochi. Colpa mia, che di cazzate ne penso un sacco al giorno ma non ne scrivo abbastanza.
Vorrei quindi dichiarare al mondo "RICETTA FRIGGITELLI", che furoreggia, in qualche variante, in circa tre quarti delle chiavi di ricerca con cui gli internettanti piombano su ibsdB versione splinder. Vediamo se li dirotto. In ogni caso, sappiate che la ricetta sta là e non qua.
Parliamo quindi di Shinystat, che riserva sempre un sacco di sorprese e che è molto utile quando una non sa che cazzo scrivere ma è domenica, fa brutto tempo, non ha voglia di fare i lavori di casa e deve aumentare il numero dei propri post.
Mi cercano per sapere "coe si fa' a montare la panna fresca nel roboot", e purtroppo non per "coe si fa' a scrivere in italianoo": ecco, tagliare accenti, aggiungere consonanti e rimuovere vocali non aiuta in cucina ma può comunque servire. Mi cercano per informazioni su "henne tintura inguine", e dal fatto che io mi stupisca si evince che sono davvero molto tradizionalista. Mi cercano per "affinità tricologiche", quindi dovrò prima o poi parlare di Branduardi. Mi cercano per "betta artusi", che credo sia un riconoscimento alla mia cucina. Mi cercano, modestamente, perché "betta splende", come se non lo sapessi. Mi cercano anche per "coperchio betta", lasciandomi un tantino perplessa. Mi cercano infine per "betta è scemo?", instillandomi a questo punto anche dubbi sulla mia identità sessuale.
Ma il mio preferito arriva qui breve, succinto e compendioso, come si diceva ai miei tempi dei riassunti fatti bene (a me non lo dicevano mai, forse perché riuscivo a farli più lunghi del testo da riassumere).
Lui digita una parola sola, perché una parola basta, quando si è poeti, a descrivere il tutto.
"Cacca".

venerdì 18 settembre 2009

SORPRESA!


Prima di tutto, la parte seria, che è questa. Mentre ci siete, leggetevi tutto il blog della Spora, che è una donna fichissima quale io non sarò mai (anche perché io casco dai tacchi di due centimetri, altro che dodici) e che fa schiantàddallerisate, come si direbbe nella mia terra natia.
Insomma, fanciulle di tutte le età che transitate sul mio blog scemo, la Spora ve lo dice meglio di me, ma ve lo ripeto: vedete di volervi bene e fatevi il pap test regolarmente, così magari vi salvate la pellaccia, avendone una sola.
Io sul blog della Spora ci sono finita un anno e mezzo fa, cercando in giro per internet notizie su qualcosa di non proprio regolare spuntato fuori dal mio pap test. Devo dire che senza di lei avrei preso tutto molto più catastroficamente. Invece mi sono presa sul serio con leggerezza, e via di controlli, visite, cure. L'allarme va e viene ma per ora non diventa rosso e questa è una cosa buona.
Sei mesi fa, in fase di allarme rosa carico ma calante, sul referto mi scrissero "ripetizione del pap test a sei mesi". Me lo SCRISSERO, va bene? Verba volant e scripta manent, insomma, io mi fido, lo scrive la dottoressa, dev'essere vero.
E quindi sei mesi dopo, ovvero stamattina, mi reco, tutta giuliva, a fare la "ripetizione del pap test a sei mesi". Oddio, giuliva un accidente, perché per evidenti motivi tecnici sono andata con il mio vestito indiano preferito (quello del matrimonio, cinque euri da Auchan: io sì che sarei una donna da sposare, se non ci avessero per l'appunto già pensato) anziché in pantaloni. E stamattina alle 8.15 la Città del Sole era coperta di nuvoloni e spazzata dal vento, e insomma faceva un freddo suino, nel mio bell'abitino svolazzante.
Dicevo: sei mesi dopo, ovvero stamattina, mi reco, abbaiando dal freddo, a fare la "ripetizione del pap test a sei mesi". Due dottoresse cordiali mi portano nell'ambulatorio, dove impiegano mezz'ora per far funzionare bene il programma che gestisce le schede dei pazienti, mentre io annuisco comprensiva, ché quando succede a me c'ho il cliente incazzoso che urla nelle orecchie, mica una signora di mezz'età d'arancio vestita e tutta sorridente perché ignara del suo destino e convinta di dover subire solo una grattugiata uterina, tutto sommato indolore.
Il programma infine funziona, evviva. Una delle due dottoresse - la stessa che si stupisce della presenza di una toscana in Sardegna, facciamo sempre notizia io e la mia bella c aspirata, oh yeah - scartabella tutti i fogli che mi sono portata dietro e fa, lei sì, tutta giuliva: "ma facciamo anche la colposcopia", e io, diventando verdognola, "carramba che sorpresa, grazie!"; e lo so che se la dottoressa riteneva di fare un esame in più quell'esame andava fatto, ma io non ero pronta psicologicamente, che diamine. Ci vuole un po' di autoipnosi prima di farsi fare certa roba.
Per farla breve e risparmiarvi i dettagli truculenti, sono uscita con la sensazione, che persiste tuttora, di essermi accoppiata con un elefante.
Superdotato.
E per niente romantico.

sabato 12 settembre 2009

DE GUSTIBUS


Forse non lo sapete, ma la vostra discontinua e tuttavia devota bloggatrice ha finalmente cominciato a prendere lezioni di chitarra, dopo averci pensato su per un ventinaio d'anni. Il livello è principiantissimo, ma c'è di buono che posso solo migliorare.

Un paio di giorni fa mi esercitavo dunque con fatica su un giro di blues che prima o poi riuscirò a suonare tutto intero senza incastrarmi le dita nelle corde. Mi trovavo davanti al balcone, con la porta-finestra aperta, e a un certo punto i dirimpettai (vedere post dell'8 aprile u.s.) hanno sparato a tutto volume della musica napoletana sceneggiata-style (perdonatemi, ma non sono abbastanza competente per stabilire se si trattasse del buon vecchio Mario Merola in persona o di un emulo).
Ne ho dedotto che volessero dirmi qualcosa.
In questo momento, tuttavia, in casa stanno suonando il mio Maestro e mio Marito (li metto maiuscoli Tutti e Due, così non si offendono), e fanno musica medievale, mica pettinano le bambole. Ma i dirimpettai stanno di nuovo ascoltando la roba suddetta.
Forse, anziché volermi dire qualcosa, è proprio il loro genere preferito.
Non so quale ipotesi mi faccia rabbrividire di più.

giovedì 4 giugno 2009

VAMPIRI


Una passa un inverno abbastanza di cacca, tra gli altri motivi per via del tempo che a un certo punto, più che a Londra, faceva assomigliare la ex città del sole al luogo descritto in "Pioggia senza fine" di Bradbury (qua, fatevi una cultura).
Una (la stessa) poi riesce finalmente a ustionarsi al mare in un weekend in trasferta, e trattasi di mare che l'indimenticato Mago Gabriel definirebbe suplime.
Ma che ci volete fare, una (di nuovo) è romantica, e si affeziona facilmente. E il suo cuore anela al Poetto (qua, se non siete del posto).
E finalmente una (sì, sì, ancora lei) si organizza, complice il turno serale e il cielo bluissimo (bluerrimo?), per una mattinata on the Poetto beach.
Otto e mezzo, mare scintillante, acqua limpida (nonché gelida, come la nostra una scoprirà più tardi, ma questa è un'altra storia), pila di libri da leggere. La felicità totale, insomma.
Durante la mattinata transitano ragazzotti rumorosi, venditori colorati di cianfrusaglie, signore anziane logorroiche, bambini dall'effetto contraccettivo, ma una resta felice lo stesso. Non ci sono nubi ad offuscare questa giornata scintillante.
Finché.
Finché arriva una fanciulla leggiadra con un pacco di volantini e si avvicina a una, la quale si aspetta pubblicità di discoteche, locali sul mare, roba da ggiovani, e lì per lì pensa compiaciuta "ooh, allora non sembro così vecchia se mi vogliono dare la cartolina della discoteca Unzunzunz".
La fanciulla protende la manina, e dalla stessa spunta invece un santino elettorale.
Col faccione inquietante e piacionoso di lui.
Il Pierferdy Casini.
Una riesce giusto a rispondere "noppercarità" con faccia disgustata.
Ma la prossima volta una ha deciso che nella borsa del mare, tra creme, libri e asciugamani, sarà meglio portare anche una treccia d'aglio e un paletto di frassino.

martedì 28 aprile 2009

PUBBLICITA' PROGRESSO


...e quindi interviene il signor Annuncigùgol, che, dato il tenore del mio post precedente, mi propone pubblicità di: "private outlet" (inquietante: i miei vestiti saranno di taglie oltraggiose, ma ancora non mi vergogno di comprarli in luoghi pubblici), ricostruzione unghie (che non mi serve: mangio molto, ma purtroppo non le unghie, che immagino ipocaloriche) e soluzione ai problemi di capelli (Lourdes?).
A questo punto mi aspetto giusto la categoria "restauri".
Oppure "paleontologia".

mercoledì 8 aprile 2009

INADEGUATEZZA


Sono uscita sul balcone e ho visto la dirimpettaia che lavava i pavimenti.
Era abbigliata in: maglietta nera con scollo modello "mi ci posso operare d'appendicite", pantaloni bianchi modello "si legge la firma dell'estetista in zona inguinale" e stivali di pelle anch'essi bianchi modello "lavoro in viale Elmas" (che, per i non cagliaritani, è il viale che conduce all'aeroporto. Ma le signore che lì esercitano non fanno in genere le assistenti di volo). Chioma nerissima e fluente, trattenuta da un cerchietto luccicoso.
Mi sono guardata. Maglietta del Linux Day 2004 (casalinga sì, ma tecnologica), pantaloni rosa elefanteschi, ciabatte viola, calzini grigi di spugna. Capelli appuntati con una pinza verde, oltretutto rotta, quindi in bilico.
Poi sono andata a pulire il bagno sentendomi orribilmente inadeguata.

lunedì 23 marzo 2009

BETTA CUCINA: COPPETTE ALLA "M'AVANZA LA RICOTTA"


Per questa semplicissima ricetta è necessario - si evince dal titolo - che vi avanzi della ricotta. Nonché della panna, alcuni ingredienti accessori e un blog, che tenete lì da parte da mesi senza sapere cosa farne e che, vi rendete conto, vi avrebbe fatto bene aggiornare scrivendo cretinate durante un periodo che non è proprio stato allegrissimo.
Dunque: allineate sul tavolo la ricotta, la panna, gli ingredienti accessori e il blog. Mettete da parte quest'ultimo così non si sporca, ma non dimenticatelo, è l'ingrediente finale. Altrimenti fate come il marito, che promette a vanvera un blog di cucina da decenni e poi non lo scrive mai, col risultato che s'inventa ricette sublimi che cadono nell'oblio appena digerite perché non saprà mai più ricordare ingredienti e procedimento necessari per riprodurle.
Cominciate mettendo una manciata di uvette e canditi a bagno in un po' di marsala. Il marsala non verrà usato nella ricetta, quindi mettetene la quantità che intendete bere dopo la preparazione delle coppette e, se vi ubriacate, non venite a dare la colpa a me.
Prendete quel formidabile aggeggino in dotazione al robot da cucina, quello che serve per montare la panna e che non so come si chiami (probabilmente "formidabile aggeggino in dotazione al robot da cucina che serve per montare la panna"). Mettetelo nel robot da cucina - è il passaggio fondamentale, girarlo sulle dita è complicato - e unite la ricotta avanzata del titolo e dello zucchero a velo. A me ne sono avanzati 150 grammi e ho aggiunto un cucchiaio colmo di zucchero, ma regolatevi secondo i vostri gusti. Mettete il coperchio sul robot da cucina - anche questo è un passaggio fondamentale, a meno che non vogliate decorare le pareti - e frullate per qualche secondo, quanto basta per ottenere un impasto cremoso. Trasferite l'impasto in una ciotola, lavate il robot da cucina e rimontate tutto come sopra. Al posto della ricotta adesso mettete della panna. FRESCA. Non fate come me, che ho usato per anni la tristissima panna da montare a lunga conservazione e addirittura, in tempi vegani, la "panna vegetale". Che vergogna. Usate la panna fresca, le vostre papille gustative vi ringrazieranno. Io ne avevo, guarda caso, circa 150 grammi, quindi mantenetevi su proporzioni 1:1 con la ricotta. Aggiungete anche un altro cucchiaione di zucchero a velo e fate ripartire il robot da cucina per montare la panna. Intanto scolate uvette e canditi dal marsala, mischiateli alla ricotta e bevete il marsala. Se a questo punto siete ancora in piedi, unite alla ricotta anche la panna nel frattempo montata, mescolando con delicatezza. Riempite con l'impasto due coppette (piccole, ché è poco) e decorate con codette di zucchero colorate.
Prendete infine il blog e trascrivete la ricetta. Se lo fate dopo un'insalatiera di marsala, il vostro post sarà infinitamente più interessante di questo.