lunedì 11 gennaio 2010

SODDISFAZIONI


Certi giorni sembrano cominciare male.
Per esempio, ti svegli alle 5 con il mondo che deve ancora resuscitare, ti perdi già nel parcheggio dell'ospedale (figuriamoci dentro), ti viene permesso di fare colazione solo alle 8 quando stai ormai vedendo Pellegrino Artusi sulla porta del reparto, ti riperdi tra ascensori, corridoi e indicazioni che non ci sono (appunto), ti viene urlato contro un po' di tutto da gente che dice che era lì prima di te e non si capisce perché passi prima tu (o signora acida e isterica: perché m'hanno chiamato, 'azzo ne so?), ti sciroppi in totale più di cinque ore tra sale d'attesa e medici vari che sembrano parecchio lunghe anche se nel frattempo ti rileggi mezzo settimo libro della Torre Nera di Stephen King, rendendoti conto che gli altri pazienti penseranno che hai avuto una brutta notizia e invece tu piangi senza ritegno, per la quattrocentesima volta, sulle stesse righe.
Alla quinta delle lunghe suddette ore, tuttavia, capisci che la levataccia ha un senso, che eri venuta qua per questo: per farti fare i complimenti dal medico cicciottello, il quale ti esprime sincera ammirazione per essere l'unica sua paziente che ammette di essere grassa perché mangia molto anziché dire "no, no, dottore, io non mangio niente…".
Son soddisfazioni.
Gli avrei quasi voluto bene, se dopo non avesse estratto lo strumento di tortura col quale ho dovuto controvoglia accoppiarmi.



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